Cellulite

La “cellulite” meglio identificabile con il termine di pannicolopatia edematofibrosclerotica è stata definita da Gody la “non malattia più investigata”.

Ma in realtà è una condizione che colpisce in maniera indiscriminata circa il 80% – 90% delle donne in età fertile.
Per la precisione si stima che 1,7 miliardi della popolazione femminile mondiale ne sia affetta con una connotazione sociale piuttosto negativa e può influire notevolmente sull’autostima.

Risoluzione chirurgica mini-invasiva dei setti fibrosi (buccia d'arancia): esperienza personale

Trascrizione video:

Il discorso “cellulite” è estremamente complesso, perché non dobbiamo solo parlare e focalizzarci su un fattore estetico ma dietro alla cellulite c’è sempre il discorso di una patologia di tipo multifattoriale, in cui si va dall’argomento del microcircolo, passando a delle problematiche eredo-familiari e arrivando a delle problematiche su base ormonale e costituzionale; è importante che non vadano tralasciate e trascurate quelle che sono le abitudini di vita, principalmente quelle alimentari.
Per quanto concerne la cellulite, per molto tempo è stata definita come “non una malattia”: secondo gli autori francesi e inglesi era la “non malattia” più investigata ma qui c’è stato un grossissimo errore, perché alla base di tutto ciò c’è, appunto, un discorso molto grosso di microcircolo, in cui effettivamente sono molto importanti gli scambi a livello vascolare e gli scambi tissutali.
Che cosa si può fare per risolvere tutto questo? La prima cosa importante consiste nel modificare le abitudini di vita: modifichiamo l’abbigliamento evitando degli indumenti troppo stretti, riduciamo i tacchi (e questo fa molto bene alla colonna vertebrale, soprattutto perché per una conformazione femminile non si dovrebbe avere un tacco superiore ai 4 cm).
L’altra cosa importante è iniziare ad avere la giusta alimentazione, favorendo la verdura e la frutta e soprattutto tanti liquidi, cercando di bere almeno due litri di acqua al giorno: questo favorisce un’eliminazione di tossine e favorisce anche a livello del microcircolo.
Fatta questa premessa bisognerebbe fare una raccolta anamnestica della paziente per vedere se dietro ci sono dei fattori su base ereditaria e con questo intendo riferirmi al fatto che la mamma potesse avere o meno problemi di varici, perché tutto ciò va a braccetto: dal punto di vista obiettivo si vede che la cellulite, questi depositi, sono legati a una presenza, per esempio, di teleangiectasie o capillari che siano, perciò sono in simbiosi.
Altra cosa importante da valutare, tornando anche al discorso dei capillari, è che quando si fa l’esame obiettivo di una gamba si valuta anche la dislocazione (queste varici o teleangiectasie che siano), quindi, a seconda della conformazione dell’arto e della locazione dei capillari, si può fare una diagnosi dicendo che molte volte sono su base disendocrina e quindi vanno a legarsi, appunto, a quanto detto prima, sul discorso cellulite.
Purtroppo per tante pazienti, un discorso di terapia ormonale, come può essere la pillola o una terapia sostitutiva in menopausa, è da tenere sotto controllo, è da limitare.
Detto questo, cerchiamo di parlare di una terapia, di come migliorare questa situazione: da un punto di vista conservativo ci può essere il massaggio, il linfodrenaggio o un potenziamento dell’attività sportiva; si può anche imparare a camminare di più, facendo le scale a piedi o parcheggiando più lontano, proprio per fare qualche passo in più.
Ma vediamo anche il punto di vita medico: abbiamo possibilità di tipo conservativo, quindi si può parlare di una cavitazione, di una carbossiterapia, di una trioterapia o di una mesoterapia: essendo delle procedure limitate (perché poi vanno proseguite e si fanno dei cicli) un certo beneficio lo portano ma io personalmente, essendo un chirurgo, tendo molto più a una terapia più invasiva, che può portare effettivamente a un rimodellamento del corpo; si può parlare di liposuzione o di liposcultura e abbiamo diverse possibilità: a parte la classica, che è quella vecchia e consolidata da anni da autori e chirurghi brasiliani, adesso si può tentare liposuzioni utilizzando o il laser o anche gli ultrasuoni, soprattutto quando le zone non sono cosi estese ma limitate; dando molti risultati, sono tecniche praticate in anestesia locale e in ambulatorio, sempre in una struttura protetta.
Parliamo del discorso estetico: quest’ultimo forse dà più fastidio alle pazienti rispetto che al discorso del buco della cellulite, dove c’è questa depressione, la classica “buccia d’arancia”, che è il residuo di un processo infiammatorio ed è la punta dell’iceberg, che ci dice che lì c’è stato, appunto, un problema di tipo infiammatorio vero e proprio, con una detrazione delle fibre sottocutanee. Questi buchi noi possiamo toglierli, sempre in anestesia locale, con le tecniche Subcision o Cellfina (quest’ultima è stata pubblicizzata molto negli ultimi tempi), in cui si vanno, con una metodica ambulatoriale, a recedere queste fibre, quindi pensate che è come tagliare un elastico di un materasso: succede che, tagliate queste fibre, la superficie cutanea va ad appiattirsi completamente; sempre con l’anestesia locale, il tempo di ripresa è di 24 ore e l’unico “handicap” è una guaina elastica che va portata giorno e notte per 15 giorni (questo che si parli di Cellfina o di liposuzione); è una condizione che va assolutamente tenuta presente, quindi, logicamente, nel periodo del caldo non è così consigliabile un intervento di questo genere (proprio per la presenza della guaina).
Altra cosa: i pazienti, con queste procedure, possono portare avanti la loro attività eccetto quella sportiva, anche se quest’ultimo fattore è molto soggettivo, perché la si può riprendere dopo 20 giorni, 15 giorni o anche un mese, a seconda delle condizioni del paziente stesso; non c’è nessun limite né da un punto di vista lavorativo, né da un punto di vista di guida dell’automobile; anche per quanto riguarda il dolore, esso è altamente ben tollerato.
Parlando del postoperatorio: nel postoperatorio possono residuare lividi e qualche ematoma ma comunque, in genere, dopo circa una settimana o dieci giorni tutto scompare.

La prevalenza della Cellulite

La prevalenza della Cellulite

Eziologia

~ Disturbi del metabolismo (sovrappeso/obesità);
~ Disordini nutrizionali (alimentazione errata con la priorità di cibi troppo ricchi di grassi e sali e il ridotto apporto di liquidi);
~ Specifiche architetture sottocutanee (diversità tra uomo e donna);
~ Alterazioni della struttura del tessuto connettivo;
~ Fattori ormonali (assunzione di farmaci estro-progestinici);
~ Fattori genetici;
~ Disturbi del sistema microcircolatorio;
~ Alterazioni del sistema linfatico;
~ Alterazioni della matrice extracellulare;
~ Infiammazioni vere e proprie.

Classificazione

La cellulite può manifestarsi a diversi stadi ed in diverse aree corporee di uno stesso individuo.

Viene di norma classificata con la scala di Numberg e Muller in 4 stadi:

“0” Stadio:
Assenza di segni di cellulite.

“1” Stadio:
La cute affetta risulta essere liscia ma compaiono segni di cellulite pinzandola o contraendo i muscoli.

“2” Stadio:
Le introflessioni sono presenti e visibili anche senza sollecitare la cute.

“3” Stadio:
Presenza delle alterazioni dello stadio “2” in maggior numero e su un’area più estesa accompagnate dalla presenza di noduli.

Classificazione Personale

Edematosa: associata ad un edema cioè accumulo di liquidi soprattutto intorno alle caviglie, ai polpacci, alle cosce ed alle braccia.

Fibrosa: associata a fibrosi cioè ad un aumento delle strutture trabecolarie dei setti di tessuto connettivo che ripartiscono in diversi lobi di tessuto adiposo sottocutaneo. E’ caratterizzata da piccoli noduli non percepibili al tatto se non come rugosità sottocutanea e della cute a “buccia d’arancia”.

Sclerotica: caratterizzata da un indurimento dei tessuti associati a noduli di grandi dimensioni.

Può essere dolente.

Lo studio ha dimostrato:

~ Riduzione degli inestetismi nel 100% dei casi;

~ Una percentuale di soddisfazione delle pazienti trattate dell’85% dopo 3 mesi dal trattamento;

~ Una percentuale di soddisfazione delle pazienti trattate del 94% dopo un anno;

~ A 2 anni dal trattamento la percentuale di soddisfazione sale al 96%.

Quindi si tratta di un procedimento duraturo che si consolida nel tempo.

Lo studio ha dimostrato

Controindicazioni:

~ Disturbi della coagulazione;

~ Diabete;

~ Eccessiva obesità;

~ Intervento chirurgico recente (entro 6 settimane); ~ Flebite e/o Vasculite;

~ Trattamento con farmaci anticoagulanti; ~ Gravidanza;

~ Ipertensione arteriosa non controllata; ~ Neoplasie;

~ Vene varicose nell’area sottoposta a trattamento;

~ Infezioni attive nell’area da trattare o nelle immediate vicinanze ed eventuali soluzioni di continuo;

~ Storia di cicatrici ipertrofiche o cheloidi; ~ Lassità cutanea.

Casi Clinici

A.B. 29 anni

Before

A.B. 29 anni 1

After 1 Year

A.B. 29 anni 2

After 3 Years

A.B. 29 anni 3

E.B. 48 anni

Before

E.B. 48 anni 1

Mapping

E.B. 48 anni 2

After 15 Days

E.B. 48 anni 3

G.A. 70 anni

Before

After 1 Year


E.M. 52 anni

Before

E.M. 52 anni 1

Mapping

E.M. 52 anni 2

After 15 Days

After 6 Months

E.M. 52 anni 4

R.T. 45 anni

Before

After 1 Year


C.G. 48 anni

Before

After 3 Months


E.S. 50 anni

Before

After 3 Months

Apri Chat
Possiamo aiutarti?
Scan the code
Ciao, possiamo aiutarti?